“Fotografare i musicisti di Jazz è praticare un genere vero e proprio del ritratto fotografico” (H. Leonard, W. Claxton). I contratti forti, i neri profondi, l’inevitabile mosso di scatti rigorosamente a luce – poca – ambiente sono una scelta precisa nel tentativo di trasmettere l’umanità profonda dei jazzisti, la loro forza, la loro passione, la loro gioiosa malinconia. L’improvvisazione è l’anima profonda del jazz cui la fotografia rende tributo diventando “jazz per gli occhi” (W. Clayton)


























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